La presentazione del piano industriale della nostra azienda è un’occasione per il sindacato di comprendere, ed intervenire, affinché gli obiettivi indicati possano essere raggiunti con la partecipazione di tutti i lavoratori e con, aggiungiamo noi, la soddisfazione di tutti i lavoratori.
Siamo consapevoli che negli ultimi dieci anni vi sia stato un radicale cambio dei processi produttivi dovuto essenzialmente alla trasformazione dei supporti fisici di sicurezza ed allo sviluppo dei sistemi di controllo elettronici e digitali, accompagnati da un poderoso cambio generazionale che ha portato anche ad un elevato indice di scolarizzazione anche nella parte che l’azienda indica come “personale CD diretto di produzione”
A tutto questo non è seguita una adeguata azione sindacale, che si è più soffermata sui livelli professionali che sul salario reale percepito dai lavoratori.
Nello stesso momento l’Azienda ha intrapreso un percorso premiante, sganciato e sottratto alla contrattazione collettiva, che mal si lega con le intenzioni, descritte sul Piano industriale, di un maggior coinvolgimento del personale ed ad uno sviluppo di un “ambiente fisico e virtuale” che sia in grado di cogliere le opportunità formative e progettuali.
L’ambiente adatto si crea e si consolida solo se a tutti, tutti, viene data la stessa opportunità e se a tutti, tutti, viene riconosciuta la professionalità espressa dal proprio lavoro.
Appare chiara, in questa ottica, la necessità di modificare sostanzialmente il processo di contrattazione del premio di risultato rendendolo più attinente ai processi produttivi, valorizzando, conoscenze, professionalità e peso rispetto alla produzione diretta e indiretta.
Botton up appunto, dal basso verso l’alto, e non come succede oggi, dove la valutazione, non solo è a totale discrezione aziendale, senza alcun criterio oggettivo e trasparente, ma che deve riguardare tutto il personale, compreso quello operaio, a questo momento, escluso da questa da valutazione e premi.
Forse nel “sapere” “saper fare” e “saper essere” manca un sapere, quello di non sentirsi escluso, sapere di non essere escluso da un processo, da un livello formativo o da una opportunità anche sul piano retributivo.
Roma, 18 dicembre 2019
Il Coordinatore Nazionale IPZS
Michele Lunetta